Colpevoli e stragi

La giustizia deve saper fare chiarezza

"L’ultimo falso su Piazza Fontana" - ha scritto sabato scorso sul "Corriere della Sera" Luigi Ferrarella - sarebbe affermare che la "strage è senza colpevoli". Ovviamente Ferrarella ha ragione nel ritenere che vi siano dei colpevoli: i morti di Piazza Fontana certo non si sono fatti saltare per aria da soli come uomini bomba talebani.

Chi parla di "strage senza colpevoli" intende esprimere un concetto diverso, vale a dire che la giustizia italiana non avrebbe individuato i colpevoli anche dopo trent’anni di inchieste.

Lo stesso Capo dello Stato Giorgio Napolitano, in occasione dei 40 anni dalle bombe di Piazza Fontana, ma anche in precedenza, ha detto che occorre continuare "a cercare la verità". E la verità su Piazza Fontana la gente comune vorrebbe vederla scritta a lettere chiare e incontrovertibili con una sentenza nitida. Ferrarella dice che la Cassazione nel 2006 ha "chiaramente scritto che con le nuove prove, emerse nelle inchieste successive allo scippo del processo milanese nel 1974 e alla definitiva assoluzione nel 1987 degli ordinovisti veneti Franco Freda e Giovanni Ventura, entrambi sarebbero stati condannati". Il nostro brillante collega non si accorge però che Freda e Ventura non sono stati condannati, ma assolti, per cui viene meno la certezza delle prove.

Oppure, e forse peggio, la giustizia italiana assolve i "sicuri colpevoli" e dunque non funziona. Tanto che Franco Freda se la ride e, in un’intervista alla "Stampa" del giorno successivo all’articolo di Ferrarella, può sostenere "l’aberrazione dello stesso diritto che dovrebbe governare le istituzioni della democrazia".

Ora, l’avvocato di parte civile delle vittime, Federico Sinicato, il quale, al contrario di Ferrarella, si rende conto di una qualche discrasia fra la sentenza di assoluzione e la sicura colpevolezza di Freda e Ventura, ritiene che, essendo i due ordinovisti condannati per degli attentati precedenti, dovrebbero essere condannati anche per la strage di Piazza Fontana, e chiede un nuovo processo. Ma perché mai un reato accertato dovrebbe essere motivo di condanna anche per un reato ulteriore? Se io commetto un omicidio, non è detto che commetta anche tutti gli omicidi che seguono il mio. Quale mostro giuridico abbiamo partorito nei tribunali della Repubblica? E’ formidabile poi la convinzione di Sinicato sulle responsabilità americane nella strage. In effetti le ha confermate l’ergastolano Vincenzo Vinciguerra, e questo sarebbe sufficiente. Chissà perché gli americani avrebbero avuto interesse a destabilizzare il paese di un governo alleato. Con tutti i problemi che avevano in giro per il mondo forse si compiacevano nel crearsene degli altri. E’ duro ammettere che a quarant’anni da Piazza Fontana non c’è una verità certa e provata sulla strage. Altrettanto duro vedere circolare gli stessi pregiudizi ideologici di allora.